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Un po' della nostra storia
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La città di Bari ha origini molto antiche e infatti un primordiale insediamento, il cosiddetto villaggio preistorico situato nei pressi del porto, risale all'età del bronzo (circa 4000 anni fa) come si è dedotto dai resti rinvenuti in loco.

Già nel III secolo a. C. Bari era una importante città portuale della Peucèzia, nome pre-romano del territorio della Puglia centrale.
Conquistata dai Romani, intorno al 320 a.C., godette dello status di "Municipium cum suffragio", ossia la possibilità di legiferare e amministrare le proprie istituzioni, diventando un centro commerciale importante che intrecciò rapporti con le popolazioni del Mediterraneo e del Medio Oriente.

Con la caduta dell'Impero Romano d’ Occidente nel 476 d.C. fu invasa, dapprima, dagli Ostrogoti e coinvolta nelle contese fra l’Impero Bizantino e Longobardi.
Dopo il dominio Saraceno, venne riconquistata dai Bizantini nel 871 d.C. divenendo sede del "Catapano", il comandante bizantino, amministratore dei domini in Italia meridionale.
Dall'anno Mille numerosi furono gli scontri con i pirati saraceni e nel 1002 Bari venne tenuta lungamente sotto assedio fino all’intervento della flotta veneziana, guidata dal doge Orseolo II, che la salvò.

Finito il dominio bizantino nel 1071, venne conquistata da parte di Roberto il Guiscardo che diede inizio alla dominazione Normanna. In questo periodo il porto di Bari insieme a quello di Brindisi furono i principali punti d'imbarco per le Crociate, in seguito alla predicazione di Pietro l'Eremita che spronava i cavalieri fedeli a recarsi alla prima Crociata.

L’epoca normanna ebbe fine nel 1156, quando Guglielmo I di Sicilia, detto il Malo, rase al suolo la città ad eccezione solo della Basilica di San Nicola, per punire i Baresi che gli si erano rivoltati contro distruggendo il Castello regio.

Passato lo scettro agli Svevi, dopo l’estinzione degli Altavilla, la città venne ricostruita da Federico II di Svevia, sovrano che superata la diffidenza nei confronti della popolazione barese, ricostruì il Castello fortificandolo e fece in modo di far rifiorire non solo le attività portuali, industriali, e commerciali ma anche le arti e la cultura.

Con la conquista di Carlo I d’Angiò dell’Italia Meridionale, nel 1268, inizia un nuovo periodo di decadenza per la città di Bari: durante i secoli XIII e XIV, infatti continue sono le contese tra gli Angiò stessi che la consegnarono di volta in volta in mano ai principi di Taranto, ai Veneziani e ai Fiorentini con gli Sforza.

Con la conquista del Regno di Napoli da parte degli Aragonesi, la città passa nelle mani di Isabella d'Aragona, giunta a Bari nel 1501, desiderosa di ridarle prosperità e benessere. Alla morte di Isabella il ducato succede alla figlia Bona Sforza, molto amata dalla popolazione per la sua saggezza. Alla sua morte infatti i baresi la seppellirono nella chiesa di San Nicola, conferendole così un grande onore.

I Secoli delle dominazioni spagnola e borbonica in seguito furono di decadenza, violenze e soprusi, vessata la città prima da un’epidemia di peste, e successivamente da turchi, saraceni e pirati che infestavano le coste dell’Italia meridionale.

Dopo la conquista di Napoleone, che depose i Borboni, l’amministrazione della città fu affidata prima al fratello Giuseppe e due anni dopo a Gioacchino Murat che iniziò la costruzione della città nuova. Ancora oggi il centro murattiano è il fiore all'occhiello della città.